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Il CI 2018 ed il Go italiano, visto da Ramon Soletti
Anche quest'anno Ramon Soletti ci ha raccontato la sua esperienza al Campionato Italiano
Pubblichiamo come sempre con piacere il suo contributo:
Questo sicuramente è stato un anno importante per il Go in Italia:
È stato organizzato il Campionato Europeo, un gran successo!
È stato squalificato il primo giocatore per cheating online, un italiano!
L’affluenza ai tornei è minima!
Ci sono pochissimi giocatori double digit!
È quasi completo il processo che sta portando la Federazione verso la fine!
Dopo i titoli squillanti veniamo ai dati, sotto trovate l’affluenza media, in numero di persone, ai tornei in italiani è la seguente:
http://www.europeangodatabase.eu/EGD/Stats_Country.php?ricerca=1&country...
Siamo passati dai 30 giocatori di media ai tornei italiani del 2005 a 16 giocatori di media ai tornei italiani, certo il numero di tornei è triplicato...
Ora veniamo alle tappe, i tornei dove si fanno punti per i viaggi in oriente! Ecco lo storico delle tappe Figg:
Pisa va bene, come storico è passata da 51 giocatori (2013) a 38 giocatori (2018), diciamo che è calata di più del 30% ma tiene, sempre sopra media italiana.
Roma, qui siamo passati da 27 giocatori (2014) a 19 giocatori (2018) e nel 2017 erano 18.
Este, altro torneo ormai storico, da 27 giocatori (2014) a 17 giocatori (2018), netto calo.
Bologna è in controtendenza, unica tappa 30 giocatori tondi, sopra media italiana, complimenti.
Higashikita da 13 giocatori (2017) a 11 giocatori (2018), notare che all’edizione del 2018 hanno partecipato sette o otto italiani, perciò si sono assegnati punti viaggio a cinque giocatori su sette o otto. Come scrivo dopo per Pescara, organizzare tappe per pochi eletti non va bene dal mio punto di vista, poi c’è chi pensa male.
Apro una parentesi, che senso ha dare punti viaggio a 5 o 6 giocatori, non ricordo, anche qui il regolamento continua a variare di anno in anno e ormai non lo conosco più, in un torneo da 13 giocatori, come Udine 2017 o Pescara 2018? Di solito premiare il 10% del field è già buono, premiare il 20% e di manica larga, premiare più del 50% dei partecipanti è semplicemente ridicolo...
Ora, ho sempre sostenuto che dare punti viaggio era una mossa azzeccata, dai un qualcosa a cui un giocatore può dare valore e che in più lo fidelizza perché se non rinnovi l’iscrizione perdi i punti viaggio, almeno credo. Vedo che questo concetto è stato assorbito, però sembra che sia stato abusato, dare punti viaggio a metà dei giocatori della federazione serve solo a fare casino, rendere troppo complicato e macchinose le chiamate e dare lavoro extra a chi deve fare i conti o verificarli. Inoltre, di solito qualcosa di valore è cosi perché è scarso, se tu regali punti viaggio a destra e manca allora i punti viaggio perderanno di valore relativo, ma questo forse è un concetto economico troppo avanzato per essere capito dai vertici della Federazione, poi presto manderemo un 7 kyu in oriente e tutti saremo più felici.
Grazie alla Figg ho trovato un link dove ci sono delle classifiche dei punti:
http://figg.org/index.php?option=com_phocadownload&view=file&id=725:punt...
Come potete leggere, i giocatori con punti viaggio sono “solo” quarantasei (46), penso sia più del 35% dei soci Figg 2018, una percentuale che definirei a-b-normale, che senso ha? Già che ci siamo, noto che in classifica punti il primo ha 300 punti, il secondo e terzo circa 120 punti, ne si deduce che se un “nuovo” giocatore vince il CI sarebbe ben quarto in classifica (80 punti), complimenti!
Comunque oltre al fatto che si danno punti viaggio cosi per fare numero è chiaro che l’attività goistica in Italia sta calando visibilmente negli ultimi anni, al Campionato Italiano a Firenze, gran bella location, però 37 giocatori, meno che al torneo di Pisa per capirci e record negativo, insieme ai 35 giocatori del CI 2016, degli ultimi 12 anni, peccato.
D’altronde c’era solo da aspettarselo, come insegnano i grandi numeri se tu sposti il centro di una Federazione da una città come Milano (diciamo 1,500,000 abitanti) a una città come Pisa (diciamo 100,000 abitanti) devo capire come fai a crescere. Certo Pisa è un bacino ideale per il Go, come Pavia è una città universitaria, piena di giovani menti fertili, però pare che questo, anche su piccoli numeri non basti, ri-peccato.
Ora chiediamoci, meglio fare tre o quattro tornei ben organizzati o 10 tornei provinciali con 10/12 giocatori? Nel primo caso ci sarebbe, come con il precedente CF, un'impronta organizzativa, una selezione, una direzione.
Ecco, devo dire che questa esperienza di sette/otto anni di nuovo corso mi hanno fatto capire molto bene una cosa: La gestione mellifluo e intangibile, dove c’è il lassiez-faire, dove ci si auto gestisce non funziona per una Federazione.
Ci vuole una guida, ci vuole una persona capace di prendere decisioni e sopratutto che si prenda le sue responsabilità. Il siamo tutti amici non funzionava 15 anni fa quando c’era una guida ed una opposizione e non funziona adesso che sembra non esserci guida, ma solo molta allegria.
Per le tappe Figg mi sembra assurdo, avendo a disposizione un database di 20 anni di tornei, non riuscire a individuare tornei che abbiano più di 20 partecipanti. Constata l’impossibilità di organizzare tornei degni di questo nome forse è meglio lasciare perdere, no?
Con che spirito la Figg da una tappa valida per i punti viaggio a un organizzatore che gli porta 11 giocatori? A Pescara c’erano 13 giocatori, solo sei hanno completato tutti i turni, ora se 5 prendono punti vuole dire che 85% del field ha preso punti, un numero cosi ridicolo che c’è da pensare male (sapete i concorsi organizzati apposta per un candidato no)… Penso che per prendere punti viaggio un giocatore debba giocare tutte le partite, ma anche qui ormai non sono più certo del regolamento ne so dove sta scritto (la Glasnost perduta!).
Dopo il mio pensiero sulle tappe Figg, era una bella idea, ma se è gestita cosi è meglio lasciare perdere, passiamo al CI a Firenze.
Quest’anno, grazie a un judoka, la Figg ha organizzato il CI a Firenze, in una sede comunale, bella location. Peccato che le date del Campionato Italiano coincidessero con quelle del Campionato Tedesco, questo ha impedito a uno o due forti giocatori residenti in Germania la partecipazione al torneo.
Ora mi chiedo se la scelta delle date sia stata casuale o meno, domandando al Presidente della Federazione come mai mi ha risposto che c’era stato un disguido, solita risposta che vuole dire poco e niente, come quando in aereo ti dicono che c’è un guasto tecnico, ne sai come prima e intanto si tira avanti…
Al campionato erano presenti 37 giocatori, 22 giocatori toscani (della regione) e 15 giocatori da altre regioni. L’anno prima in provincia di Milano c’erano 44 giocatori, 16 giocatori lombardi (della regione) e 28 giocatori da altre regioni. Nel 2016 a Genova c’erano 35 giocatori, 6 giocatori liguri e 29 giocatori da altre regioni. Nel 2015 a Bologna c’erano 54 giocatori, 15 giocatori emiliani e 39 giocatori da altre regioni. Notate un trend? 39, 29, 28, 15… numeri in picchiata direi, vedremo l’anno prossimo, ma tutto mi fa pensare che questa tendenza si consoliderà con il tempo.
Vorrei aprire una parentesi, stimolare la competizione per alzare il livello è giusto e buono. Ma come sempre bisogna avere un sistema di riferimento… Cosa intendo? Se ho un gruppo di persone e li faccio competere per stimolo/divertimento ha senso, se inizio a prendere degli oriundi per “essere più forte” come movimento sto "dopando" il sistema…
Ora ci sono 3 o 4 giocatori dan che di italiano hanno ben poco, anche se sono nel sistema italiano e partecipano in tornei internazionali con i colori dell’Italia.
Che senso ha questo? A chi giova? Se c’è un 5 dan in Germania che ha il passaporto italiano come fa “bene” al movimento italiano? Se c’è un 5 dan russo che vive a Genova, ma non va neanche al club, perché organizzare un torneo con premi in danaro e farlo partecipare? Anche qui a cosa è servito, chi ne ha giovato e come ne ha giovato la Federazione? Con 75 eu puoi avere nel tuo pc un 7/8 dan amatore…Il giocatore “forte” (4/5 dan) non ha più l’appeal di prima. Online si può giocare facilmente con bot 8 dan, perché devo spendere tempo, soldi e energie per partecipare a un torneo?
Per fare crescere il movimento bisogna seminare, divulgare, comunicare. Mi sembra un poco la parodia dei 5 Stelle, prima le riunioni in streaming, poi, quando si fa sul serio, tutto come ai vecchi tempi. O, senza disturbare la politica, c’è quella famosa novella di Pirandello, dove il contadino che critica i padroni sposa la loro figlia e poi diventa peggio di loro...
Insomma, a parole siamo tutti 10 dan professionisti, ormai, nell’era dei social, fare fumo è lo sport nazionale. Vediamo quanto dura…
IMHO se non si inverte rotta rapidamente, concentrandosi su pochi tornei ben organizzati con una certa affluenza la disgregazione continuerà e il declino sarà sempre più veloce.
Chiudo le comunicazioni per ora con due note; sono dispiaciuto a livello personale perché sono tornato 1 kyu, ma sopratutto sono triste perché vedo come una Federazione, creata con sudore, tempo e energie da un manipolo di persone volenterose si stia disgregando, i numeri parlano chiaro.
Inoltre tutte quelle persone che hanno ingiustamente accusato mio fratello di nefandezze e cavalcato l’onda per sfiduciare un gruppo di volontari ora sembrano compiaciute di aver rotto il giochino, considerando che si sono rivelate incapaci o non interessate a farlo funzionare.
A livello nazionale chiudiamo l’anno dell’Europeo con 169 giocatori su EGD, più 21 rispetto all’anno prima, ma 38 in meno rispetto al 2015, sarei curioso di conoscere l’andamento dei soci Figg, ma anche qui la Glasnost impera.
Complimenti per aver organizzato un magnifico Europeo che verrà ricordato, ma non dimenticate che siete la Federazione Italiana, non quella di giochi senza frontiere!